Flaiano, Eco e il colto interrotto.
- Pubblicato 20 Agosto, 2024
La pubblicità migliora questi film, dicevo, allargando le loro storie di solito sciocche su un piano di reali necessità industriali e commerciali, che danno loro un messaggio fondato sul sacro concetto del benessere collettivo.
Ennio Flaiano, Diario degli errori, 1976.
Beh, roba tosta, niente da dire. Soprattutto in quel sacro.
Il che mi fa correlare la citazione con un breve saggio che ho in memoria. Come riconoscere un film pornografico, di Umberto Eco. “Se per andare da A a B i protagonisti ci mettono più di quanto desiderereste, questo significa che il film è pornografico“.
E anche questa è una grande osservazione.
Ora, c’è da capire chi, in un film con pubblicità, rappresenta la normalità e chi la trasgressione.
La domanda non è così banale come sembra.
Perché se, come afferma Flaiano, la pubblicità ci riporta alla normalità, e in effetti scorre sempre per un tempo troppo lungo, allora sarebbe proprio lei, la pubblicità, a svolgere il fondamentale compito di rendere tale la trasgressione artistica dell’opera cinematografica. Senza normalità, scrive Eco, non c’è trasgressione.
E questo ci porterebbe, per assurdo, ma mica tanto, a rivalutare l’interruzione pubblicitaria perché, senza di essa, il tutto cadrebbe nella noia.
Il contrario, ovviamente, sarebbe ben peggio. Sarebbe peggio se fosse la pubblicità il momento trasgressivo.
Fu il grande regista Federico Fellini a coniare il celebre slogan Non si interrompe un’emozione, negli anni ottanta, per protestare contro le interruzioni pubblicitarie all’interno dei film.
E fu sempre lui, pochi anni dopo, a dirigere alcuni dei più famosi spot pubblicitari per Campari, Barilla e Banca di Roma, mettendoci dentro celebri citazioni dei suoi stessi film.
Sì, ma una pubblicità geniale e creativa non corroderebbe film in cui viene lanciata? Dipende dal film, ovviamente, cioè se c’è qualcosa in esso da corrodere.
Dunque, non ci resta che sperare in mediocri pubblicitari e geniali cineasti.
In mancanza dei quali (ciascuno avverta la mancanza come meglio lo aggrada) saranno forse geniali pubblicitari a valorizzare le reali necessità industriali e commerciali quali atti di trasgressione della noia artistica pretestuosa e svilita, e salvarci così da cliché che tendono a sopravvivere su sé stessi, incapaci di generare idee nuove.
Testo generato da Hai, Generative AI, autoistruitasi su appunti archiviati nell’unità SSL del computer.