Capire un tubo e creatività.

Se tutto deve cambiare affinché tutto rimanga come è*, allora se vogliamo che tutto cambi, tutto deve rimanere com’è.
Posta così, cioè illeggibile, quest’Altra storia parte male. Eppure la citazione premessa è dotta, traendosi dal noto passo del capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, 1958. Dotta e, nei decenni, sperimentata. Dunque, secondo logica, il ragionamento ci sta e potrebbe funzionare. Nel senso che avendo sempre perseguito il cambiamento, ed essendo tutto rimasto com’è, forse il vero cambiamento potrebbe essere nel non cambiare nulla, ovvero nel cercare il cambiamento in ciò che già abbiamo. E se la creatività è nel limite, perché è il limite a creare le condizioni del suo superamento, qui il limite è arrangiarsi con ciò che c’è. Ovvero: mobilitare la creatività, invece dell’innovazione.
Anni fa, mi capitò tra le mani un pezzo di tubo: con una semplice incisione era diventato un efficiente apribottiglie; proveniva dall’Africa.
Creare e inventare con quel che si ha, osservare dove non cerchiamo più, trovare in quel che c’è nuove soluzioni. Perché, in effetti, è un secolo che inseguiamo cambiamenti e innovazione; forse ora potrebbe essere il tempo, appunto, del riciclo e della creatività. E, chissà: quest’altra storia potrebbe finire bene.
===

*La citazione precisa è: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

(Foto di copertina tratta dal film Fantozzi, 1975).