Chi (lo) sa.

Se chi sa fa e chi non sa insegna, come ha imparato quel che sa chi fa? Dopo l’intercalare, un nuovo quesito che rischia il proverbiale incartamento.
Ovvero: se chi sa e fa ha imparato facendo, cioè col sbagliando s’impara, prima di sapere e fare ha fatto senza sapere. Se invece ha appreso il sapere come fare da qualcun altro, questo qualcuno altro può solo essere un “chi sa e fa” che anche insegna. Contraddicendo all’adagio di partenza , che esclude questa possibilità, così come esclude che chi non sa e insegna possa insegnare un saper fare.Prendendola con la a sua volta proverbiale filosofia, si potrebbe protendere per un sapere innato, che c’è già tutto bell’e pronto e che porta a fare chi (già) sa e, con vero ammortizzatore sociale, aiuta chi non sa con un posto da insegnante, contando sull’assurdità di questa azione, possedendo noi un sapere innato. Che escluderebbe solo ed esclusivamente proprio gli insegnanti, conclusione, questa, che l’esperienza esclude con decisione.
Non resta dunque, dopo questo dotto o indotto ragionamento, ad abbandonare l’adagio di partenza, come fuorviante, lasciando libera scelta tra il fare e l’insegnare e ponendo un pronome tra il “chi” e il “sa”, per una dare al quesito sopra posto la risposta più onesta e oggettiva: chi lo sa.