Un’altra storia (vera).

La poesia di questo romanzo sta nel fatto di non essere, nel senso di non voler essere, un capolavoro letterario. Niente tormenti, affanni o sperimentazioni linguistiche. Ma nemmeno compiacimenti. È una storia semplice, una di quelle che milioni di persone potrebbero aver vissuto e che potrebbero raccontare, scrivendo un libro. Non è una storia banale; in quel che ci scorre, e il narratore osserva e racconta, il significato c’è, anche nel suo non essere al centro del romanzo (salvo in rari casi).
Innegabile è l’influenza di figure quali Emerson, Thoreau, Whitman… e del loro movimento culturale. Ovvero, il contatto, religioso, con la natura e la ricerca del proprio posto in essa; le minute vicende di un paese piccolo e remoto; l’attaccamento alla propria indipendenza; la vita come succedersi di esperienze e riflessioni; la diffidenza verso ogni forma di potere; la virtù individuale, il senso del limite e della misura e la violenza irrompente di chi le viola. E, soprattutto, c’è che non è un capolavoro letterario e, grazie a ciò, la lettura rimane nelle mani di chi legge. Insomma, un’altra storia, che a questo sito web è piaciuta. Così.

Wendell Berry, Jayber Crow, Lindau, 2014 (©2000 by Wendell Berry).