Qualcos’altro.

Altre storie, improbabili e perdibilissime.

Suvvia. Un’allegoria.

Suvvia, si parte; anzi, si decolla; perché lassù il panorama è più ampio, nitido, l’aria più fine e si guarda in giù, verso il basso, con un po’ di benevolenza, ma basta pigiare, sempre un po’, per rimettere le distanze al loro posto.Due avverbi,...

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Un ancora di salvezza.

Senza apostrofo. E piano, l’accento. Avverbio invariabile, ancòra, dunque non un’ancora, ma un ancòra di salvezza, o se si preferisce: un ancòra come àncora di salvezza. Nel senso che la nostra salvezza è nel provarci ancora. E ancora. Questo ci vuole. Quando tutto sembra...

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Limitare. Poi l’apostrofo.

E limitare diventa l’imitare. Solo un apostrofo e là, dove il senso della limitazione, del fissare un limite, definisce la realtà e insegna a rispettarla, proprio là, oggi, l’imitazione con l’apostrofo travisa la realtà, la confonde, la traveste a piacere e ci investe. Sì,...

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Cera. E l’apostrofo.

Il prode Odisseo, si sa, salvò sé e i suoi marinai, tappando loro le orecchie con la cera, affinché non ascoltassero i canti delle Sirene ammaliatrici, attraversando lo stretto di Scilla e Cariddi. De compagni incerai senza dimoraLe orecchie di mia mano.(Omero, Odissea, canto...

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Genere, scriviamo di. E una modesta proposta.

In genere, un genere di cose, genere tassonomico, genere grammaticale. Genere. Qui scriviamo di genere televisivo, o generi televisivi, quel che un tempo fu Istituto Luce e oggi solo luce, nel senso di (canone nella) bolletta della.Qui scriviamo di genere televisivo perché scrivere di...

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“Il punto e virgola può avere, come la virgola, carattere seriale”.
Bice Mortara Garavelli, Prontuario di punteggiatura, Laterza, 2003.